Pietro Zois

Cantastorie

Eccolo lì, l’account pubblicitario della generazione Z: un personaggio unico nel suo genere, pieno di creatività e di voglia di stupire il pubblico.

Ma non pensate che sia solo un clown senza cervello. il nostro account della generazione Z sa come parlare al suo pubblico e come convincerlo ad affidarsi a noi senza risultare invadente o fastidioso. Sa che i “vecchi” sono scettici nei confronti dei giovani, quindi cerca sempre di sorprendere, di divertire e di offrire qualcosa di unico e originale.

E poi c’è il suo lato umano. Non è solo un robot che invia messaggi preconfezionati, ma un vero e proprio amico virtuale che si preoccupa della salute mentale dei suoi clienti. Sa che i social media possono essere fonte di stress e di ansia, quindi cerca sempre di alleggerire il loro lavoro e di proporre i nostri percorsi di affiancamento che danno ai nostri clienti sicurezza e sollievo.

Insomma, se cercate un’esperienza divertente, coinvolgente e intelligente, il nostro Pietro è quello che fa per voi. fidatevi e non vi pentirete!

“È inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”.

Carmen Iacopetta

“Facciamo tutto ciò che decidiamo di fare ma facciamo in fretta, perché è ora di pranzo e ho fame”

Stili e colori.
Photoshop, è il suo compagno di viaggio da sempre.
Celebre la sua frase: “Facciamo tutto ciò che decidiamo di fare ma facciamo in fretta, perché è ora di pranzo e ho fame”.
Artefice dei migliori piani editoriali digitali di WebMarketingMedia.
Curiosa, coraggiosa sperimentatrice.
In WMM si occupa di rendere belle le attività di comunicazione.

Alessandro Murdolo

“... si può fare!
Ci studio su e ti dico...”

Appassionato di cucina, dove avrebbe potuto emergere, ha deciso di dedicarsi alla comunicazione multimediale e in particolare allo studio dei social di ultima generazione.
I colleghi suppongono li usi perché sia un haker e si muova la notte nel mondo del web, ma nulla di certo fino ad ora.
Una cosa è certa, come si muove lui nel mondo virtuale, pochi altri lo sanno fare.
“I social hanno dato la possibilità di parola a una pletora di opinionisti improvvisati che fino a prima parlavano solo al bar dopo un paio di birre.
A differenza di allora però, non devono guidare quando hanno finito e non fanno danni per le strade, ma solo sul web”.